Il Segretario Generale ha, nella sua relazione, approvata all'unanimità dal Congresso, illustrato il ruolo del lavoro alla luce degli eventi storici occorsi quali la pandemia ed il conflitto che sta sconvolgendo l’Ucraina. Il tessuto produttivo nazionale è chiaramente scosso per non dire declinante ed il lavoro deve trovare all’interno di questo contesto un nuovo ruolo ed un nuovo significato, anche con riferimento all’Europa. Infortuni sul lavoro, precarizzazione, quarta rivoluzione industriale, globalizzazione sono questioni fondamentali. Il sindacato dovrà fare pesare le istanze sociali, ma ancora una volta ribadisce il Segretario Generale, occorre avere una prospettiva europea. I sindacati tradizionali e organizzati non sono in grado di ovviare a molti problemi del mondo del lavoro. La situazione politica non aiuta, in particolare per la perenne litigiosità dei partiti e lo stato di continua campagna elettorale in cui versa la politica nazionale. Il Governo Draghi aveva un mandato limitato, siamo in una fase di passaggio. Le forze sociali devono proporsi costruttivamente. Ma la continua dinamica politica non consente di risolvere i problemi perché non esistono forze stabili di riferimento. Sono state attuate misure valide quali il reddito di cittadinanza ma tale misura non ha risposto alle esigenze di lavoro e produttive. La situazione economica si sta aggravando con l’inflazione, il caro vita, la scarsità energetica. Come sindacato l’AGL, deve essere conflittuale ma anche capace di utilizzare a beneficio dei lavoratori le situazioni favorevoli dal punto di vista contrattuale. Non esistono in Italia politiche del lavoro ed industriali ed il mondo dell’imprenditoria è in crisi. Alcune questioni nazionali sono ancora irrisolte: la crisi del mezzogiorno, ad esempio. L’Italia deve operare una svolta in questioni essenziali: l’ambiente, le fonti dell’energia, l’investimento su formazione ed istruzione, sul lavoro femminile. Occorre maggiore impegno nel sindacato, ma l’organizzazione si è mossa bene in particolare attraverso il patronato ed il centro di assistenza fiscale. Stiamo lavorando bene rispetto alle forze ed alle dimensioni dell’organizzazione. A Milano e in diverse zone del Paese il sindacato inizia ad essere conosciuto. L’obiettivo però è diffondere capillarmente l’organizzazione su tutto il territorio nazionale. Importante è tenere presente che numerosi soggetti si sono rivolti all’organizzazione ed hanno trovato ascolto e competenza.
AGL WELFARE
domenica 26 giugno 2022
mercoledì 21 settembre 2016
ROBERTO FASCIANI DIRETTORE DI EUROPE CHINESE NEWS
a destra, la Presidente di MILAN HUAXIA GROUP, Angela Zhou
Roberto Fasciani è il nuovo Direttore di EUROPE CHINESE NEWS.
Roberto Fasciani è il nuovo Direttore di EUROPE CHINESE NEWS.
“EUROPE CHINESE NEWS” secondo il Sole 24 Ore (21. 3.2012), è “la più importante testata in ideogrammi scritta e stampata in Italia”. Fondata nel 2004, distribuita in Italia e in Europa, la pubblicazione ha anche una versione online in cinese sul sito http://www.ozhrb.eu e in inglese sul sito http://www.ihuarenbao.com/en/ . La Presidente della Società editrice è Angela Zhou, imprenditrice ben conosciuta, anche fondatrice e Presidente di MILAN HUAXIA GROUP, società a capo del gruppo HUAXIA, una delle più importanti imprese cinesi in Italia. Il suo gruppo ha interessi in molti settori fra cui: media on e offline, media center, e-commerce globale, organizzazione di eventi, studi di consulenza, import ed export di beni di lusso e di prodotti alimentari, hotel, enoteche, ristoranti cinesi e occidentali, food & beverage, catering e ospitalità, agenzie di viaggi, società di consulenza per investimenti , promotore di mostre, studi legali, società di assicurazione, centri culturali e altri modelli multi-business. MILAN HUAXIA GROUP è una delle aziende di proprietà di imprenditori cinesi più influenti in Italia e una tra le più importanti società cinesi a livello internazionale.
mercoledì 2 dicembre 2015
AGL: E' ARRIVATO IL MOMENTO DI SCARDINARE I DIRITTI ACQUISITI E DI EFFETTUARE IL RICALCOLO CONTRIBUTIVO DELLE PENSIONI
AGL: è giunta l'ora: il Governo
tocchi le pensioni. Le pensioni erogate, sia quelle col sistema
retributivo, che contributivo che misto, sono pagate dai contributi di
chi oggi lavora.Ma rispetto al passato, quelli che lavorano oggi sono
troppo pochi e non è giusto che giovani precari o lavoratori soggetti a
frequenti interruzioni della contribuzione debbano pagare in maniera
così onerosa la pensione a chi col vecchio sistema continuerà ad avere
pensioni pari al 90 % di quanto prendeva con l'ultimo stipendio.Chi paga
oggi andrà in pensione in età molto più avanzata e con un assegno che
coprirà se va bene il 40-50% di quanto guadagnava fin quando lavorava.E'
quindi ora di farla finita con questa colossale ingiustizia tra
generazioni e di andare oltre l'attuale contributo di solidarietà.
Occorre un ricalcolo contributivo per tutti rispettoso necessariamente
di un principio di progressività.E ovviamente bisogna tagliare una volta
per tutte i privilegi.E se il ricalcolo non fosse possibile farlo per
il settore pubblico perchè lo Stato non pagava i contributi dei suoi
dipendenti, meglio ancora: sarebbe l'occasione per una storica
dimostrazione di attaccamento alla Patria da parte di chi per decenni
l'ha servita. Invece dell'oro, stavolta si chiederebbe di restituire
allo Stato una parte dell'assegno!
Pensate poi che bello sarebbe rifare una sanatoria globale degli immigrati come nel 2003, quale gigantesca iniezione di nuova contribuzione ciò provocherebbe.Ma la partita decisiva da giocare (è un vecchio cavallo di battaglia dell'AGL) è quella per lo smantellamento dei cosiddetti diritti acquisiti che sarebbe meglio ridenominare "ingiustizie consolidate". Siamo convinti che nella società c'è ormai una maggioranza favorevole a questo rivolgimento e, anche nella minoranza che ne gode, molti , per illuminazione o sensi di colpa, sarebbero favorevoli. Vediamo se tra i tanti candidati leader politici italiani qualcuno intende far propria questa battaglia decisiva.
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fonte: www.rainews.it
Pensate poi che bello sarebbe rifare una sanatoria globale degli immigrati come nel 2003, quale gigantesca iniezione di nuova contribuzione ciò provocherebbe.Ma la partita decisiva da giocare (è un vecchio cavallo di battaglia dell'AGL) è quella per lo smantellamento dei cosiddetti diritti acquisiti che sarebbe meglio ridenominare "ingiustizie consolidate". Siamo convinti che nella società c'è ormai una maggioranza favorevole a questo rivolgimento e, anche nella minoranza che ne gode, molti , per illuminazione o sensi di colpa, sarebbero favorevoli. Vediamo se tra i tanti candidati leader politici italiani qualcuno intende far propria questa battaglia decisiva.
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fonte: www.rainews.it
L'Ocse: "Bene le riforme, ma fare altri
sforzi"
Pensioni, Boeri: "Per i nati negli anni '80 assegni più bassi del 25% e
dopo i 70 anni"
Il presidente dell'inps presenta il rapporto Ocse "Pensions at a glance
2015" -
02 dicembre 2015
Chi oggi ha 35 anni prenderà nell'intera vita pensionistica in media un
importo complessivo di circa il 25% inferiore a quella della generazione
precedente (i nati intorno al 1945) pur lavorando fino a circa 70 anni.
La simulazione arriva dall'Inps sulla base di un campione di circa
5.000 lavoratori nati nel 1980. Lo ha detto il presidente dell'Inps,
Tito Boeri presentanto il rapporto Ocse "Pensions at a glance 2015".
Nati negli anni '80: assegni più bassi e in pensione più tardi
Quando si analizzano gli importi di pensione - ha spiegato Boeri nel
corso della presentazione del Rapporto Ocse 'Pensions at a Glance 2015' -
''bisogna tenere conto anche da quando questi assegni sono stati
percepiti''. Se si guarda alla distribuzione per età alla decorrenza
delle pensioni dirette del Fondo lavoratori dipendenti tre quarti sono
state percepite prima dei 60 anni. Secondo le proiezioni Inps per i
lavoratori classe 1980 solo il 38,67% la prenderà prima dell'età di
vecchiaia, che per gli attuali 35enni significa nel 2050 a 70 anni di
età. Sarà più basso quindi il trasferimento pensionistico complessivo
(perchè percepito per meno anni), ma anche il tasso di sostituzione
medio rispetto alla retribuzione che sarà intorno al 62%. ''Si lavorerà
più a lungo - ha detto Boeri - anche in rapporto alla speranza di vita.
Le pensioni saranno del 25% più basse di quelle di oggi tenendo conto
degli anni di percezione'' e ci saranno, a fronte di una crescita del
pil all'1% e di possibili interruzioni di carriera, ''problemi di
adeguatezza'' dell'importo. Con il sistema contributivo inoltre, se non
si metterà in campo uno strumento di sostegno contro la povertà come il
reddito minimo, ci saranno ''problemi per chi perderà il lavoro sotto i
70 anni''.
Il rapporto Ocse
L'Italia ha fatto importanti riforme del sistema previdenziale in
direzione dell'aumento dell'età di uscita dal lavoro e della riduzione
della spesa futura ma perché il sistema sia finanziariamente sostenibile
sono necessari "ulteriori sforzi negli anni a venire". Il rapporto Ocse
"Pensions at a glance 2015" dà atto al nostro Paese di aver intrapreso
un cammino virtuoso ma sottolinea che quanto fatto finora non basta. Il
nostro Paese ha la spesa previdenziale più alta dopo la Grecia rispetto
al Pil (15,7% nel 2013 a fronte dell'8,4% medio nell'Ocse) e contributi
previdenziali sul lavoro dipendente rispetto alla retribuzione al 33%,
percentuale top tra i Paesi Ocse. I pensionati attuali - emerge dal
Rapporto - hanno tassi di sostituzione netta rispetto al salario medio,
vicini all'80% a fronte del 63% medio dei paesi più sviluppati e assegni
in media largamente superiori ai contributi versati. Con la riforma del
2011 - spiega l'Ocse - sono state adottate importanti misure per
ridurre la generosità del sistema, in particolare attraverso l'aumento
dell'età pensionabile e la sua perequazione tra uomini e donne ma
l'invecchiamento della popolazione continuerà ad esercitare pressioni
sul finanziamento del sistema''. L'Ocse sottolinea che la sentenza della
Corte Costituzionale sulla mancata perequazione nel 2012-13 per le
pensioni superiori a tre volte il minimo e i rimborsi decisi dal Governo
''avranno un impatto sostanziale sulla spesa pubblica''. Nel breve
periodo vanno cercate risorse per ridurre al minimo l'impatto della
sentenza mentre nel lungo periodo bisognerà stimolare la partecipazione
dei lavoratori anziani al mercato del lavoro. Se infatti il tasso di
occupazione degli over 55 in Italia è aumentato di 15 punti (dal 31% al
46%) negli ultimi 10 anni è anche vero che questo è ancora di molto
inferiore alla media Ocse (57%).
Boeri: "Anziani meno colpiti dalla crisi"
"Gli anziani - secondo quanto ha spiegato il presidente Inps - sono
stati colpiti dalla crisi economica in misura minore rispetto alle altre
fasce di età. Oggi vivono in una situazione di povertà relativa il 9,3%
degli over 65 contro il 12,6% medio della popolazione totale. Il
rischio di povertà - sottolinea il Rapporto - si è trasferito dagli
anziani ai giovani. il 15% delle persone tra i 18 e i 25 anni sono
povere''.
Sindacati: "No a nuova stretta"
I sindacati ribadiscono il no a nuovi interventi di 'stretta' sul
sistema previdenziale. ''La tenuta finanziaria del nostro sistema
previdenziale - dice il segretario confederale Cgil Vera Lamonica - non è
a rischio, di certo lo è l'entità delle prestazioni per ampie fasce
della popolazione: basta riforme per fare cassa, si restituisca equità e
solidarietà al sistema. "L'Italia - avverte il segretario confederale
Cisl Maurizio Petriccioli - è il Paese che più di ogni altro, fra quelli
dell'area Ocse, ha realizzato, negli ultimi 20 anni, interventi
legislativi che hanno messo in sicurezza la sostenibilità finanziaria
del sistema pensionistico, trascurandone semmai la sostenibilità
sociale". Il rapporto Ocse - afferma il segretario confederale Uil
Domenico Proietti - "continua a perseverare nell'errore di quantificare
la spese per le pensioni al 15,7%, non tenendo conto che questo dato
somma la spesa previdenziale con quella assistenziale". -
martedì 24 novembre 2015
REDDITO DI AUTONOMIA IN LOMBARDIA
Il Governatore della Lombardia ROBERTO MARONI
(tratto dal sito di Regione Lombardia www.regione.lombardia.it
Regione Lombardia ha avviato la sperimentazione “Reddito di autonomia” approvando, nella seduta dell’8 ottobre 2015, un pacchetto di misure rivolte ai cittadini lombardi in condizione di difficoltà.
Sono state individuate cinque azioni a favore di famiglie con redditi bassi, di persone fragili (anziani e disabili) e di disoccupati che hanno finito la cassaintegrazione o la mobilità.
Sono stati stanziati 50 milioni di euro per gli ultimi tre mesi del 2015 e 200 milioni per il 2016. Queste risorse potranno essere ulteriormente incrementate se nella legge di stabilità, che il Governo nazionale presenterà entro pochi giorni, saranno previste maggiori risorse per la Regione Lombardia.
Gli interventi previsti sono:
Per le famiglie
Per gli anziani e i disabili
Destinatari: giovani e adulti disabili medio/gravi
Per i disoccupati
E' possibile ricevere informazioni chiamando il call center regionale 800 318.318 (dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 21.00 e il sabato dalle 8.00 alle 20.00).
Guarda il Video "Il reddito di autonomia in Lombardia"
(tratto dal sito di Regione Lombardia www.regione.lombardia.it
Regione Lombardia ha avviato la sperimentazione “Reddito di autonomia” approvando, nella seduta dell’8 ottobre 2015, un pacchetto di misure rivolte ai cittadini lombardi in condizione di difficoltà.
Sono state individuate cinque azioni a favore di famiglie con redditi bassi, di persone fragili (anziani e disabili) e di disoccupati che hanno finito la cassaintegrazione o la mobilità.
Sono stati stanziati 50 milioni di euro per gli ultimi tre mesi del 2015 e 200 milioni per il 2016. Queste risorse potranno essere ulteriormente incrementate se nella legge di stabilità, che il Governo nazionale presenterà entro pochi giorni, saranno previste maggiori risorse per la Regione Lombardia.
Gli interventi previsti sono:
Per le famiglie
- Esenzione dal pagamento del "superticket" ambulatoriale
per le famiglie con reddito familiare complessivo fino a 18.000 euro
Decorrenza: dal 15 ottobre 2015.
Modalità di accesso: autocertificazione del reddito imponibile presso l’ASL di competenza territoriale.
Per maggiori informazioni visita la pagina del sito della Direzione Generale Welfare.
- Bonus bebè
contributo economico una tantum di 800 euro
per i secondi nati e di 1000 euro dal terzo figlio in poi, quale
sostegno socio-economico al percorso di crescita del bambino
Decorrenza: per i nati nel periodo 8 ottobre 2015 - 31 dicembre 2015.
Modalità di accesso: l'Ospedale
comunica a Regione Lombardia l'avvenuta nascita. Regione Lombardia
invia una comunicazione all'interessato in cui saranno fornite le
indicazioni per presentare la richiesta.
Requisiti: reddito ISEE non superiore a 30.000 euro, residenza in Lombardia di entrambi i genitori da almeno 5 anni.
Per informazioni: rivolgersi direttamente ai consultori pubblici o a quelli privati accreditati.
Per maggiori informazioni visita la pagina del sito della Direzione Generale Reddito di autonomia e inclusione sociale
- Bonus Affitti
contributo una tantum fino a un massimo di
800 euro per le famiglie, residenti in uno dei 155 Comuni ad elevata
tensione abitativa, che abbiano un contratto di affitto sul libero
mercato (realtivo all'abitazione principale).
Decorrenza: dal 2 novembre 2015.
Modalità di accesso: partecipazione a bandi regionali aperti dal 2 novembre al 15 dicembre 2015.
Requisiti: reddito ISEE/FSA compreso tra 7.000,01 e 9.000,00 euro, residenza in Lombardia da almeno 5 anni.
Per maggiori informazioni visita la pagina del sito della Direzione Generale Casa
- Assegno di autonomia per anziani
voucher di 400 euro al mese, per dodici
mesi, per garantire l'autonomia personale e relazionale delle persone
anziane attraverso prestazioni di cura della persona e del domicilio
nonchè attività della vita sociale e delle relazioni attraverso anche la
frequenza di centri/servizi dedicati.
Destinatari: persone di
età superiore a 75 anni, con una compromissione funzionale derivante
dallo stato iniziale di demenza /Alzheimer o altre patologie di natura
psicogeriatrica.
Decorrenza: presentazione delle domande dal 1° dicembre 2015 .
Modalità di accesso: secondo le modalità stabilite da un avviso che verrà pubblicato nel mese di novembre.
Requisiti: reddito ISEE di riferimento fino a 10.000 euro, residenza in Lombardia da almeno 5 anni.
- Assegni di autonomia per disabili
voucher di 400 euro al mese finalizzato a
sostenenre percorsi di autonomia della persona disabile in rapporto al
nucleo familiare nonchè percorsi di inclusione in contesti sociali e
nella vita di relazione.
Destinatari: giovani e adulti disabili medio/gravi
Decorrenza: presentazione delle domande dal 1° dicembre 2015 .
Modalità di accesso: secondo le modalità stabilite da un avviso che verrà pubblicato nel mese di novembre.
Requisiti: reddito ISEE di riferimento fino a 10.000 euro, residenza in Lombardia da almeno 5 anni.
- Progetto di Inserimento Lavorativo (PIL)
Indennità di partecipazione, per la
fruizione di servizi di orientamento, formazione e accompagnamento alla
ricerca del lavoro previsti da Dote Unica Lavoro.
Importo: commisurato al valore dei servizi effettivamente fruiti dalla persona, per un massimo di 1800 euro per sei mesi.
Decorrenza: dal 15 ottobre 2015.
Modalità di accesso: attraverso gli Operatori accreditati per Dote Unica Lavoro.
Requisiti: disoccupazione
da oltre 3 anni, non fruizione di alcuna integrazione al reddito, ISEE
del nucleo familiare non superiore a 18.000 euro, residenza o
domicilio in Lombardia.
Per maggiori informazioni visita la pagina del sito della Direzione Generale Istruzione, Formazione e Lavoro
Via via che verranno definite le modalità operative e i criteri per
beneficiare delle varie iniziative, i cittadini saranno informati
attraverso il sito di Regione Lombardia, i social media istituzionali
Facebook e Twitter (@LombardiaOnLine) e gli organi di stampa.Per maggiori informazioni visita la pagina del sito della Direzione Generale Istruzione, Formazione e Lavoro
E' possibile ricevere informazioni chiamando il call center regionale 800 318.318 (dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 21.00 e il sabato dalle 8.00 alle 20.00).
Guarda il Video "Il reddito di autonomia in Lombardia"
martedì 7 ottobre 2014
INCONTRO DI RENZI CON I SINDACATI-MAMMUTH. POLITICAMENTE CORRETTO MA CONCRETAMENTE INUTILE PERCHE' DA TEMPO NON SONO PIU' REALMENTE RAPPRESENTATIVI DI CHI LAVORA MA SOLO DI CHI CAMPA DI TASSE.
Penoso epilogo stamattina di mesi di incomunicabilità. I vertici di CGIL-CISL-UIL-UGL non hanno avuto neppure un'impennata di orgoglio.In pochi minuti è stata sancita la loro inutilità. Il Governo parla un linguaggio di riforme troppo moderno perchè sia recepito da questi ruderi.Andrà di fatto avanti senza di loro, nonostante loro e le future nostalgiche parate, come quella del 25 ottobre, di un regime di concertazione che non esiste più.
L'AGL ritiene che lo Statuto dei Lavoratori, quindi anche l'art. 18, vada modificato in direzione di quanto indicato dal Governo in quanto queste vecchie norme ormai sono dannose sia per chi lavora che per chi il lavoro lo sta cercando.L'ideale sarebbe il sistema americano ma ci rendiamo conto che sarebbe un salto troppo grosso per l'Italia. Certo che (e la Spagna lo dimostra) la direzione per attrarre investimenti è quella e sarebbe bene evitare di perdere tempo, pena l'emigrazione senza ritorno dei lavoratori italiani verso l'estero.Buona l'idea di mettere in busta paga il TFR su base volontaria e giuste le cautele che si stanno adottando per prevenire una crisi finanziaria delle PMI.E bene anche perchè più TFR si sottrae ai Fondi Previdenziali fallimentari di CGIL-CISL-UIL (che non a caso vi si stanno opponendo con insolita veemenza) meglio è. Bravo Renzi a rompere le uova nel paniere della Triplice anche prospettando una legge sulla rappresentanza. E' incostituzionale e truffaldino l'Accordo in materia dei sindacati con Confindustria e il Governo lo deve mandare all'aria.Siamo, sin dai tempi di Sacconi, per lo sviluppo della contrattazione aziendale e territoriale che aderisca meglio alle diverse realtà del Paese e promuova una maggiore produttività. Vanno spazzati via il dumping contrattuale, la falsa cooperazione e lo sfruttamento degli extracomunitari attraverso la fissazione del salario minimo. Il precariato va superato innanzitutto da un punto di vista culturale, passando a un sistema in cui tutti, nessuno escluso, passino da un lavoro all'altro senza traumi o privilegi anacronistici. Le politiche attive del lavoro e la vigilanza dovranno essere trasformate in maniera consequenziale. Così come gli ammortizzatori sociali. Ichino ha ragione nell'individuare nel contratto di ricollocazione una possibile via per superare un sistema di Cassa Integrazione che lega per anni lavoratori a posti di lavoro che non torneranno più.E infine la riforma della Pubblica Amministrazione. Va accelerata con determinazione. I processi avviati da Renzi richiedono risorse ingenti? Benissimo, purchè non vengano aumentate le tasse e sia ridotto il cuneo fiscale. Dove recuperare? Dalla Spending Review che va portata alle estreme conseguenze, riguardo alla macchina pubblica. Occorre, in fretta, equiparare in tutto e per tutto ai lavoratori privati i tre milioni e passa di dipendenti pubblici e, poiché la pacchia è veramente finita, è ora che lo Stato si disfi di ciò che ha di più caro, ossia, di qualche Ministero. Come si fa? Analogamente a quanto accaduto col Teatro dell'Opera di Roma. Ma facciamo presto.
giovedì 17 aprile 2014
IL RITORNO DI YASMINA
Yasmina (cell. 3881561049) da oggi torna a dirigere il Sindacato
ricoprendo tre importanti incarichi: responsabile nazionale lavoratori
arabi dell'ALEI-AGL (Emigrati e Immigrati) e Segretario Generale
dell'AIAM-AGL (Inquilini, Assegnatari e Mutuatari) e dell'ALPENS-AGL
(Pensionati).
Bentornata e buon lavoro da tutta l'AGL!
Bentornata e buon lavoro da tutta l'AGL!
sabato 15 marzo 2014
MATTEO, SE CI SEI, BATTI UN COLPO. SARAI CREDIBILE SOLO SE SPAZZERAI VIA QUESTE SCHIFEZZE
da www.tiscali.it:
"Lei è morto da sei anni, ci renda 72mila euro di pensione": l'incredibile storia del pensionato Francesco
di Ignazio Dessì
“Scusate, ma io sono vivo”, ha
detto con educazione ai disorientati impiegati comunali dopo aver
ricevuto la notizia di “essere morto”. Eppure, secondo la burocrazia
impazzita, è così. E ci sono volute rabbia e determinazione, più
l’intervento dei giornalisti, per ottenere almeno la promessa di una
soluzione. Per poter sperare di sfuggire ai problemi creati da
quell'errore. E sono tanti. Gli hanno per esempio bloccato la pensione e
precluso l’acquisto delle medicine. Un morto infatti quei diritti non
può averli. La storia comunque è incredibile e merita un
approfondimento. Se non altro per mettere a nudo i toni surreali di
certa burocrazia. Una breve ricerca, un numero di telefono e parte la
chiamata per l'intervista. Quando risponde Francesco scherza: “Sì, sono
proprio io. Il morto. E come può sentire sto piuttosto bene”. Poi
racconta.
In un bel giorno
d'inizio febbraio, lui, Francesco Giuzio, 79 anni, di Bari, riceve una
telefonata dalla sua banca. Lo avvertono che le rate della pensione
Enasarco e Inps sono state bloccate. Risulta deceduto. Giuzio non sa se
ridere o piangere. Ma è un uomo gagliardo, fondamentalmente allegro, e
nella vita ne ha viste di cotte e di crude. Nonostante i guai opta “per
la prima soluzione”. Almeno così racconta alla cornetta, intervallando
il tutto coi ricordi sulla Sardegna, dove ha fatto il militare nel ’58 e
confessa di aver lasciato il cuore.
E’ stato il comune di Bari a dichiararlo ufficialmente defunto,
comunicando il decesso ad altri enti come l’Inps. Così gli hanno
bloccato l'assegno. E se non bastasse, l’ente di previdenza gli ha
chiesto pure la restituzione di 72mila euro "indebitamente" percepiti
nel periodo successivo alla sua “dipartita”. Francesco è sconcertato.
Chiede spiegazioni agli uffici del comune e viene a sapere che il suo
trapasso risale al 2008 (alla stessa data in cui purtroppo gli è morto
un figlio di 37 anni, ndr) anche se ne hanno preso atto
solamente nel 2014. Passato a miglior vita da almeno 6 anni, insomma.
Eppure si presenta in Municipio in carne ed ossa. Basterebbe questo per
risolvere tutto. Non per la burocrazia italica, però, che ha riti e
tempi tutti particolari. Infatti i giorni passano e la pensione resta
bloccata. E nessuno gli spiega nemmeno come sia avvenuto il disguido.
“Silenzio assoluto”, sospira. Assurdo, ma è così. Gli consegnano solo
un certificato di esistenza in vita, ed è lui a dover correre da un
ufficio all’altro.
Del resto i guai si moltiplicano
e il povero pensionato entra in una spirale perversa. Al laboratorio
dove fa regolarmente i prelievi per controllare il diabete gli dicono
che la Asl rigetta le sue richieste di analisi perché risulta morto.
Alla banca gli comunicano che hanno chiesto di congelargli le somme
accumulate “post mortem”. La pensione continua a non arrivare. Insomma i
problemi aumentano e la disperazione pure. Così torna all'Inps per
pretendere di essere riconosciuto vivo e porre fine all’incubo. Per
riappropriarsi della propria esistenza. Ma i documenti rimbalzano da un
ufficio all’altro e il tempo continua a scorrere. La burocrazia è un
mostro terribile nel nostro Paese e Kafka le fa un baffo.
La storia è allucinante
ed urta soprattutto per un fatto: che una volta preso atto della
situazione chi di dovere non sia corso subito a porvi rimedio. Così
rimbalza su giornali e tv locali, l’indignazione dell’opinione pubblica
sale e - guarda caso - qualcosa si muove. “Proprio oggi un dirigente
Inps mi ha chiamato e mi ha promesso che presto, dopo due mesi di
blocco, riavrò la pensione”, rivela Francesco al telefono. Sarà vero?
Staremo a vedere. Lui lascia spazio solamente a una riflessione amara:
“In Italia, per poter ottenere il dovuto, bisogna sempre ricorrere a
qualche santo protettore, oppure ai media. Se stai zitto non ottieni
nulla, anche se ti spetta... in maniera lampante”.
13 marzo 2014
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