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venerdì 5 ottobre 2012

BUCO INPS/INPDAP: GLI INDIANI FORNEROS ASSEDIANO FORT WELFARE

UNA GIGANTESCA CAMPAGNA PUBBLICITARIA PER I FONDI PENSIONE COMPLEMENTARI DEL PUBBLICO IMPIEGO?
L'accorpamento dell'Inpdap provoca nel bilancio INPS un buco 6 miliardi di euro di disavanzo finanziario e oltre 10 miliardi di deficit patrimoniale.
In realtà era stato col decreto “Salva Italia” inglobato dallo stesso Inps, allo scopo di ottenere consistenti risparmi sui costi amministrativi e del personale (20 milioni di euro già nel 2012).
Il Governo assicura che verrà coperto dai trasferimenti statali.
E' opportuno richiamare le ragioni di tale situazione:
la prima deriva da un artificio contabile che è stato adottato nei decenni scorsi per non incidere troppo sul debito pubblico. Di regola, infatti, gli enti dello Stato devono versare all'Inpdap i contributi pensionistici dei propri dipendenti. Questi trasferimenti di denaro, però, sono stati classificati dal punto di vista contabile come anticipazioni di tesoreria e non come versamenti previdenziali, in modo da non accrescere troppo il debito pubblico. Il che ha trasformato l'Inpdap da ente creditore dello Stato centrale a ente debitore. Dalla riforma Dini del 1996 al 2007 non c’è stato alcun controllo sui contributi dovuti allo Stato dallo Stato per i propri dipendenti. Tanto, quando le uscite superavano le entrate, lo Stato provvedeva attraverso la Gias, cioè i trasferimenti a sostegno della gestione assistenziale, che nel 2011 sono stati pari a 83 miliardi di euro (-243 milioni rispetto al 2010).
Ma più importanti sono le cause strutturali. Negli ultimi 6 anni, infatti, la spesa sostenuta dall'Inpdap per pagare le pensioni dei dipendenti pubblici è cresciuta di oltre il 30%: dai 48 miliardi di euro del 2006 si è passati agli oltre 62,6 miliardi del 2012.
Le entrate dell'istituto derivanti dall'incasso dei contributi non hanno registrato lo stesso aumento: dai 48 miliardi di euro del 2006, si è passati a 57,8 miliardi (+20%) nel 2012. Per questo, la gestione finanziaria dell'Inpdap risulta oggi negativa per quasi 5 miliardi, a cui va aggiunto un ulteriore passivo di oltre 1 miliardo per altre voci di bilancio.
La colpa di questo squilibrio va imputata soprattutto al blocco del turnover in molti uffici. A causa di questo tentativo di ottenere consistenti risparmi sui costi nella pubblica amministrazione è cresciuto il numero dei dipendenti statali a riposo ed è diminuito quello del lavoratori attivi che versano i contributi.
Un'altra motivazione: tra il 2001 e la fine del 2010, l'importo medio delle pensioni degli ex-dipendenti statali è cresciuto a un ritmo ben più sostenuto rispetto al tasso di inflazione. Mentre il caro-vita è salito nel complesso di circa il 20% in un decennio, nello stesso periodo gli assegni medi percepiti dagli iscritti all'Inpdap sono aumentati di oltre 10 punti in più, cioè di circa il 30%.Ormai si fa avanti l'ipotesi di consistenti tagli. Non delle pensioni già maturate dai lavoratori statali, che rappresentano dei diritti acquisiti, bensì dei numerosi servizi accessori che l' Inpdap eroga ogni anno ai propri iscritti: dai prestiti a tasso agevolato alle borse di studio per i figli, le residenze per gli anziani.Stando al bilancio 2011 dell’Inps, le uniche gestioni amministrate in attivo sono quelle dei commercianti, dei parasubordinati e dei lavoratori delle Poste. Da molto fastidio considerare che se le aziende private si comportassero allo stesso modo di quanto ha fatto il contribuente-Stato, l’INPS fallirebbe subito. E nessuno però andrà in galera per questo. Attenzione: il disavanzo di 10 miliardi si riferisce al solo 2012, per cui in un triennio il “buco” salirebbe a 30 miliardi, mettendo a rischio il patrimonio netto dell’INPS. Questo, ripetiamo, per il blocco del turn over e per la probabile riduzione di 320.000 lavoratori nel pubblico impiego derivante dalla spending review, con i pensionamenti in deroga alla legge Fornero e con la mobilità forzata, che determinerebbero una diminuzione delle entrate contributive a fronte di un momentaneo aumento della spesa pensionistica.
Noi temiamo che si stia avvicinando, purtroppo, una stangata per le pensioni future dei precari, un altro pesante intervento sulle pensioni. Nel cielo poi iniziano a volteggiare gli avvoltoi dei fondi di previdenza integrativa del pubblico impiego (finora un flop) in cui sappiamo fare la parte del leone banche e CGIL-CISL-UIL. Il can-can sul buco INPS-INPDAP, dunque, è leggibile anche come una campagna di marketing per i fondi pensione complementari,in fase di rilancio proprio in questi giorni? Dal valore miliardario?
Cari lavoratori, dateci forza (noi faremo il possibile) perchè questa potrebbe essere l'ultima battaglia prima della estinzione di un Welfare credibile nel nostro Paese (finora tutto pagato da voi).

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